Il contributo punta a far luce sul’approccio eterodosso di Franco Branciaroli al personaggio di Galileo della “Vita di Galileo” di Brecht da lui stesso interpretato per la regia di Antonio Calenda nel 2007. In barba alla tradizione critica e scenica filomarxiana e filosocialista fissatasi in Italia nell’ermeneutica brechtiana a partire dalla folgorante scoperta del teatro del grande drammaturgo di Augusta con il trionfo dell’“Opera da tre soldi” di Strehler (1956), assi portanti del lavoro di Branciaroli intorno al grande personaggio di Brecht sono infatti l’inedito tentativo di restituire scenicamente il genuino spirito religoso di Galileo – sulla scorta di suggestioni che Branciaroli mutua scopertamente dalla lettura delle pagine brechtia...