Al di là della fedeltà letteraria, tradurre un’opera teatrale vuol dire pensare una sua riformulazione scenica: considerare cioè la parola scritta come parola parlata, pronta a balzare dalla pagina sul palcoscenico e a completarsi nella pienezza della rappresentazione, promettendo alla traduzione di entrare a far parte dello spettacolo. È indispensabile pertanto che essa assecondi le esigenze della rappresentazione, adeguandosi con le sue scelte linguistiche ai diversi livelli scenici. Il traduttore deve ricreare l’indeterminatezza semiotica del testo originale, prestando ferma attenzione non solo agli aspetti prettamente testuali, linguistici ed estetici, ma anche all’integrazione degli elementi verbali con i codici paralinguistici della m...