“Chi ha un Corpo capace di molte cose, ha una Mente la cui massima parte è eterna”. Partendo da questa folgorante proposizione del filosofo non dualista Baruch Spinoza (1632-1677) il libro ripercorre alcune tappe del percorso che ha portato la coreografia del Novecento, anche attraverso l’incontro con l’Oriente, a interrogarsi sui poteri della danza come esperienza soggettiva del corpo-mente e come veicolo di un’ apertura al mondo e all’altro da sé. Dal corpo incandescente di Vaslav Nizinskij che, alle soglie della follia, prefigura all’inizio del Novecento una danza come sentimento in transe, al corpo tranquillo di Erick Hawkins, eretico della modern dance ispirato dalla filosofia zen, a Virgilio Sieni, infaticabile esploratore dei paesag...