La citazione, più o meno letterale, o il riutilizzo di musica propria e altrui è dunque parte di un sistema di comunicazione intertestuale: Puccini non fu il primo a praticarla (si pensi ai numerosi omaggi, per fare un solo esempio, che Rossini rivolse a Mozart, citando alcune fra le sue melodie più famose), ma nella fin de siècle la pratica della citazione assunse proporzioni sempre più ragguardevoli, a mano a mano che la musica sviluppava sistemi narrativi sempre più sofisticati e, talora, persino manieristici. Il saggio si occupa di chiarire relazioni intertestuali tra tre passi della tragedia giapponese di Puccini e altre opere (La sposa venduta di Smetana, Tristano e Isotta di Wagner, Pelléas et Mélisande di Debussy)