Per avere un quadro più completo della varietà metrica della commedia difilea, meritano di essere considerate alcune testimonianze fornite da autori latini di III e IV sec. d.C. Lattanzio e Aftonio (test. 16a-b) insistono sul predominio del trimetro giambico nella commedia nuova, ma lo stesso Aftonio, altrove (test. 18a), attesta per Difilo, come pure per Menandro, l’impiego dell’eupolideo, metro quasi mai usato nella commedia di IV secolo. Inoltre Mario Plozio Sacerdote (test. 18a) e, ancora, Aftonio (testt. 18b-d) conoscono la denominazione ‘difilio’ per un metro lirico, noto anche come ‘cherilio’ e ‘angelico’, usato già da Stesicoro: con ogni probabilità il nome deriva dal commediografo. Dove e come eupolidei e difilî possano esse...