Com’è noto, «Il Cannocchiale aristotelico» (1654) mostra già nel suo ossimorico titolo quell’incontro tra scienza sperimentale e tradizione filosofica rinascimentale che caratterizza la cosiddetta ‘età barocca’. Oggi, grazie a nuove e più profonde proposte di lettura delle opere di Tesauro, è possibile tracciare non solo gli interessi scientifici e filosofici dello scrittore, ma anche fornire concrete indicazioni sui libri da lui letti e sul loro uso. In questo intervento si intende ricostruire in che modo, durante la stesura dell’opera principale, Tesauro attingesse a una cultura appresa nella sua frequentazione sia dei collegi gesuiti, sia della corte torinese dei Savoia. Il cuore critico del discorso consiste nel dimostrare come nel...