Nel periodo delle speranze suscitate dalla vittoria Fronte popolare in Francia e dalla guerra di Spagna, la Tunisia, per nulla chiusa in un isolamento provinciale, era una sorta di laboratorio politico di presenze antifasciste (sindacalisti, anarchici, comunisti, socialisti, repubblicani) molto vicino alla realtà europea. La numerosa comunità italiana (quasi 100.000 individui) era costituita in parte da borghesia coloniale, in parte da rifugiati politici e soprattutto da masse di emigrati provenienti dal Mezzogiorno in cerca di lavoro. La fascistizzazione promossa dalle autorità consolari si rivelò un processo lungo e difficile e non riuscì mai a stravolgere del tutto l’identità culturale, laica e pluralista della comunità, la cui tradizion...