La cinematizzazione produce estasi? Sfida a Leonardo e Michelangelo

What do we feel and understand when we look at Leonardo's Last Supper and Michelangelo's frescoes projected on the screens? The history of the production of films, critofilms, television documentaries, amateur movies on the web, devoted to these masterpieces of Renaissance art is a constantly growing world of moving imagery, coming before the era of the recent media experiences. It is difficult to say exactly when the first movie camera was introduced into S. Maria delle Grazie’s refectory in Milan, or into the Sistine Chapel in Vatican. We know however that the huge filmed material concerning these two works is unequalled by any other figurative testimony. This paper intends, on the one hand, to focus in a historical perspective on the relationship between the pictorial work and the cinematic work, that is a real technical and narrative “challenge” to the pictorial language of both these Renaissance masters; on the other hand, it intends to pose some critical questions on media practices and their possible future development. From Ėjzenštejn to Greenaway (for the Last Supper), from Oertel to the immersive show (for the Sistine frescoes); from Ragghianti to the RAI TV documentaries after the restoration by the end of the XXth century.Cosa proviamo e comprendiamo vedendo proiettati su uno schermo l’Ultima Cena di Leonardo e gli affreschi michelangioleschi della Sistina? La storia della produzione di film, critofilm, documentari televisivi, filmati amatoriali in rete, dedicata a due delle opere chiave dell’arte rinascimentale, è un mare magnum in continua evoluzione che precede l’era delle esperienze mediali immersive più attuali. Se è difficile affermare con esattezza quando la prima Mdp entrò al Cenacolo di S. Maria delle Grazie a Milano o alla Cappella Sistina, sappiamo che la quantità di materiali filmati che hanno mostrato e raccontato le due opere non ha eguali rispetto ad altre testimonianze figurative. Il contributo intende mettere a fuoco da un lato l’evoluzione storica del rapporto dialettico tra opera pittorica e opera cinematica, che si delinea come una vera e propria “sfida” tecnica, narrativa e percettiva ai linguaggi pittorici dei due maestri rinascimentali; dall’altro lato intende proporre una riflessione critica circa le pratiche operative e i suoi futuri possibili sviluppi. Da Ėjzenštejn a Greenaway (per l’Ultima Cena), da Oertel allo spettacolo immersivo (per gli affreschi della Sistina); da Ragghianti ai documentari RAI dopo il restauro terminati alla fine del secolo XX