In L'atto della lettura, Wolfgang Iser parlando del rapporto tra un testo e il suo lettore, scrive che questa interazione assume una natura «reciprocamente limitativa e amplificante tra l’esplicito e l’implicito, tra rivelazione e nascondimento». In questi spazi vuoti, per cui Iser usa il termine «blanks», si creano «asimmetrie» che diventano i luoghi dell'interpretazione. Il lettore è quindi chiamato ad interpretare un ruolo ermeneutico attivo, perché lo spazio bianco si trasforma in un luogo di riserva di senso e permette le aperture in cui si introducono le trasformazioni da lui operate. Lo spazio bianco quindi, da luogo di silenzio, si trasforma in un invito all'interpretazione attraverso il non-detto che suggerisce, come scrive Banon i...