Menandro riprende espressioni tradizionali e proverbiali, ma va rilevato come egli le impreziosisca con variazioni, in particolare facendo riferimento a topoi paralleli, come fa intendere il συμμανῆναι del fr. 317 K.-A. ed è evidente nel caso di Dysk. 699-700; è presumibile che anche il fr. 47 K.-A. presentasse una variazione di questo tipo e che non dicesse semplicemente che non si può fare ciò che si vuole e che ci si deve accontentare di fare ciò che si può, ma che ponesse l’accento sui condizionamenti che determinano le nostre azioni; così pure, il fr. 682 K.-A. probabilmente collegava il motivo della cecità della fortuna alla sventurata condizione umana. In realtà, come per la metafora, anche le espressioni tradizionali, gnomiche e p...