Non son sempre semplici i rapporti tra il latino e il volgare nella legislazione statutaria toscana del medioevo. Spesso il latino viene prima del volgare, nel quale il testo dello statuto è poi voltato perché possa essere conosciuto anche da coloro che non sappiano di gramatica. Ma in altri casi è il volgare che alza audacemente la testa e si presenta come lingua di prima redazione delle norme, bisognosa poi di essere tradotta in latino. Oppure che si pone con prepotenza come una lingua esclusiva dello statuto quando si tratti di disciplinare l’organizzazione della corporazione e le attività che quegli artefici svolgono. Sempre, però, gli statuti realizzano una sorta di transazione tra le due lingue: sono i luoghi dove la vecchia e la nuov...