Il milleottocentesimo anniversario dell’epocale Editto con cui Antonino Caracalla concedeva la cittadinanza romana a (quasi) tutti gli abitanti dell’ecumene fornisce l’occasione per ampliare ed arricchire il dibattito storiografico con una riflessione più strettamente penalistica, naturalmente ispirata dalla attualizzazione dei problemi che hanno da sempre accompagnato lo sviluppo delle politiche di integrazione nella definizione dei rapporti tra Stato e cittadinanza. Se, ad una attenta analisi, la cittadinanza imperiale espansiva lega la sua ratio e i suoi contenuti a ragioni di ordine più materiale che onorifico, del resto confermate anche in quell’unicum che trova nell’universalismo politico, associato ad un processo di acculturazione ...