Il Cantico dei cantici nelle antiche regole monastiche

Lo studio esplora l\u2019utilizzo del Cantico dei cantici in circa 40 regole monastiche latine (elencate in Appendice) composte tra il IV e il VII secolo (periodo caratterizzato da una produzione vivace e variegata di questo genere di testi). La presenza del Cantico nelle Regole appare modesta: ricorre in 7 testi (quasi tutti destinati a comunit\ue0 femminili), con 14 citazioni complessive. Essa \ue8 tuttavia significativa se si tien conto della potenziale forza dirompente (e dunque della pericolosit\ue0) del testo biblico all\u2019interno delle Regole: n\ue9 l\u2019applicazione del senso spirituale, n\ue9 l\u2019esegesi allegorica dei Padri neutralizzano infatti gli aspetti erotici del Cantico; mancano inoltre in esso quegli elementi pratici e morali funzionali a una Regola. La pi\uf9 antica citazione si trova nel Parvum Ascetikon di Basilio di Cesarea (circolato in Occidente nella traduzione latina di Rufino); il Cantico \ue8 inoltre presente in Giovanni Cassiano, Cesario di Arles, Donato di Besan\ue7on, nella Regula Waldeberti, in Leandro di Siviglia (di particolare interesse, con 5 citazioni), nella Regula Communis. Nessuna originalit\ue0 esegetica (rispetto ai commentari al testo preesistenti e coevi) \ue8 riscontrabile nelle citazioni individuate. Per ciascuna citazione \ue8 stata sottoposta a verifica la traduzione latina adottata (Vetus/Vulgata). A titolo conclusivo, si osserva che l\u2019uso del Cantico nelle antiche Regole, sebbene quantitativamente limitato, consente di affermare che il legame profondo tra vita monastica e dimensione mistica del Cantico, che conoscer\ue0 in seguito grandi sviluppi, soprattutto in ambiente cisterciense, ha le sue premesse in queste antiche utilizzazioni del libro biblico. In Appendice una tavola offre il quadro delle \u201cOccorrenze delle citazioni bibliche nell\u2019insieme delle Regole\u201d