L'urbanistica re-ciclica. Un'agenda urbana per la societ\ue0 circolare

Dopo numerosi sussulti rimasti inascoltati, dopo aver superato molte volte i limiti dello sviluppo, la crisi dell'ultimo decennio ha svelato l'inganno anche all'ultimo dei credenti nelle magnifiche sorti e progressive e ha prodotto, da un lato, gli evangelisti della decrescita felice e i vegani dello sviluppo, dall'altro i militanti di uno sviluppo sostenibile efficace \u2013 visionari e pragmatici al contempo \u2013 convinti che si possa vivere nel \u201cbuon Antropocene\u201d riattivando un\u2019etica della responsabilit\ue0 collettiva nei confronti del Global Change a partire proprio dalle citt\ue0 . Un approccio responsabile e militante ci chiede il coraggio di una metamorfosi, di un mutamento strutturale in cui le citt\ue0 siano chiamate a riattivare i propri capitali territoriali guidate da una pianificazione territoriale e da un'urbanistica in grado di garantire nuove forme di convergenza tra sostenibilit\ue0 culturale, economica, ambientale e sociale non solo attraverso l\u2019adozione di rinnovate visioni di futuro, non solo attraverso l\u2019uso di nuovi paradigmi, ma soprattutto attraverso l\u2019efficacia delle decisioni e la qualit\ue0 dei progetti. All'urbanistica pi\uf9 avanzata viene chiesta l'assunzione di responsabilit\ue0 di rigenerare le proprie condizioni di esistenza e ruolo, nonch\ue9 di riconsiderare il suo stesso nucleo epistemologico e di revisionare la propria cassetta degli attrezzi. A mio parere siamo di fronte alla nascita delle prime forme di un re-cyclical urbanism , una \u201curbanistica re-ciclica\u201d di cui \ue8 indispensabile indagare indizi e pratiche gi\ue0 in atto per individuare genealogie, riconoscere epistemologie, definire i protocolli ma soprattutto per forgiare i dispositivi progettuali per re-immaginare l\u2019urbanistica nell\u2019era della transizione