Monumenti, paesaggio e città nella ricostruzione postbellica del Giappone

Questo fascicolo sulla ricostruzione postbellica del Giappone s’inserisce in un filone di ricerca inaugurato da «Storia Urbana» con i numeri monografici dedicati all’Italia (n. 114-115/2007, Danni bellici, centri storici, ricostruzione nel secondo dopoguerra) e alla Germania (n. 129/2010, Danni bellici e ricostruzione dei centri storici: il caso della Germania). In questi ultimi anni, tali argomenti hanno suscitato particolare interesse fra gli studiosi, che – dopo aver indagato ambiti geografici o culturali omogenei – si stanno ora orientando verso studi di carattere comparativo. È parso dunque opportuno avviare una serie di approfondimenti dedicati alle nazioni che sono uscite sconfitte dalla seconda guerra mondiale, sia per verificare la sussistenza di connotati comuni, sia – anche – per cogliere le eventuali differenze nelle strategie di attacco alleato, in quelle di gestione delle emergenze e, soprattutto, nelle politiche della ricostruzione. Questo fascicolo indaga la vicenda giapponese muovendo dalla specificità del quadro normativo e dalla ricostruzione di alcune importanti realtà urbane viste nelle politiche di conservazione dei tessuti storici che si attuarono e nei riflessi che tutto ciò ha proiettato sulla città contemporanea. Inoltre, tenuto conto del fatto che con la fine della guerra iniziò l’occupazione delle forze alleate, la collaborazione di queste con le autorità politiche e con funzionari e tecnici giapponesi costituisce un tema dal quale non si può prescindere, né per quanto attiene l’analisi della nuova normativa per la tutela dei beni culturali (1950), né per ciò che riguarda la ricostruzione. Fa da sfondo – pare opportuno sottolinearlo – un drastico mutamento della società e del modo di vivere la città che, il conflitto prima e l’occupazione dopo, contribuirono a produrre