Neuroscienze e diritto. Le tecniche di neuroimaging nel processo

È possibile spiegare su basi scientifiche l’esperienza umana? Ed è, da ciò, presumibile rintracciare nel funzionamento del cervello, la spiegazione dei meccanismi che ci spingono all’azione? Da qualche tempo dalla possibilità di offrire una risposta a queste domande derivano conseguenze non banali sotto il profilo della teoria del diritto, per l’accelerazione e alcune importanti ricadute che gli studi nell’area delle neuroscienze cominciano ad avere nelle aule di giustizia. Queste pagine, dopo aver tracciato un breve percorso ricostruttivo del rapporto tra neuroscienze e diritto, con particolare riguardo all’ambito dell’esperienza statunitense e italiana, provano a impostare l’argomento con riferimento a due principali questioni: la prima, l’effettivo impatto che i risultati scientifici sul tema della volontarietà dell’azione sia in grado di produrre rispetto alla ridiscussione della responsabilità giuridica; l’altra, se da ciò, questa stagione di studi inauguri o meno una profonda messa in discussione di alcuni concetti fondativi del diritto