Per quanto la cosa possa apparire paradossale il pensiero semiotico di Peirce si sporge su un’ontologia, come l’ha intesa negli ultimi anni Ferraris. Espressioni come “oggetto dinamico”, “ground”, “qualità” indicano in direzione di un inizio, che è impossibile intuire/afferrare, come non si può afferrare la cosa in sé kantiana. Del resto nella stessa fenomenologia/semiotica di Peirce esistono segni come le icone e gli indici, che in ragione della loro genesi si configurano, appunto, come segni che hanno uno stretto legame con l’oggetto, il referente a cui rimandano. Eppure in tutta la semiotica di Peirce non ci sono tracce di un cedimento rispetto alla sua adesione alla tradizione di studi kantiani: non ha senso ragionare intorno a cose che...