In questo saggio provo a guardare al Protagora come a un testo protrettico nel quale l’autore sembra invitare il lettore a partecipare alla pratica filosofica. Osservando come il testo funziona, infatti, è possibile individuare alcuni dei dispositivi retorici posti in essere da Platone per trasformare il lettore prima in uno spettatore della scena dialogica e poi, piano piano, in uno dei suoi personaggi. Mostrando di essere un esperto della tecnica narrativa e facendo uso di strategie di scrittura iconica, Platone sembra voler mescolare lettori extradiegetici e ascoltatori intradiegetici, per coinvolgere tutti in quella esperienza di interrogazione peirastica che in questo dialogo appare essere la cifra della pratica filosofica