RIcostruendo le origini della cosiddetta "svolta linguistica" nella filosofia del diritto italiana, l'autore punta a stabilire una connessione tra l'approccio analitico che ne deriva e il più tradizionale approccio storico, attraverso la rilettura del pensiero di Uberto Scarpelli. Ciò consente di collocare le speculazioni analitiche sul piano pratico, mettendo in luce i significati politici di un'analisi linguistica del diritto. Su queste basi, si chiede se le stesse considerazioni si possano applicare al cosiddetto "linguaggio dei diritti" per chiarire se sul piano storico e sotto il profilo simbolico-politico l'analisi linguistica del diritto sia sempre animata dall'intento di difendere le ragioni e la portata storica dei diritti stessi.T...