Accipito docti rationem mente Lucreti. Sulla presenza di Lucrezio nei poemi latini di Giordano Bruno

L’articolo tratta dell’influsso di Lucrezio sulla trilogia dei poemi filosofici bruniani, in particolare il De immenso. Il debito di Lucrezio si riconosce innanzi tutto nella teoria dell’universo infinito contro la concezione aristotelica del cosmo, nell’appassionata ricerca della verità contro la religione e il principio di autorità, nello stile di scrittura alto e patetico, nell’aspra polemica contro le teorie rivali. Accanto a queste somiglianze, la natura animata di Bruno, influenzata dalla teoria neoplatonica, è molto diversa dalla concezione meccanicistica dell’universo lucreziano, che opera senza alcun intervento divino. Il modello degli elogi lucreziani di Epicuro è presente soprattutto nell’elogio bruniano di Copernico in De immenso 3, 9. In De immenso 4, 1 il gigante ribelle Encelado diventa un simbolo del filosofo che non ha paura di sfidare l’autorità del pensiero dominante: anche questa rappresentazione è influenzata da un passo lucreziano