Commoning tra Brobdingnag e Laputa: il caso di Villa San Pio a Partinico (Palermo)

La crisi del welfare state sta causando, tra le sue conseguenze, anche una sempre pi\uf9 ridotta disponibilit\ue0 di intervento da parte dei Comuni italiani. In alcune aree gi\ue0 problematiche per ragioni socio-economiche e soprattutto politiche, peraltro, tale crisi prefigura una totale assenza degli enti pubblici nei contesti urbani pi\uf9 periferici. L\u2019obiettivo del presente contributo consiste nell\u2019analisi di un caso studio specifico (Villa San Pio a Partinico), per poi indurre \u2013 secondo un principio ermeneutico e un processo qualitativo \u2013 alcune considerazioni generali sul ruolo dello spazio pubblico urbano come bene comune. L\u2019area di Villa San Pio nasce, nelle previsioni di un Piano di Zona del 1973, come area a verde attrezzato all\u2019interno di un quartiere PEEP, ma viene ignorata dalle istituzioni e rimane a lungo in stato di degrado. Nel 2008 gli abitanti, a seguito di ripetute richieste inascoltate dall\u2019ente comunale, costituiscono un comitato spontaneo per la gestione e manutenzione della villa, ignorando qualsiasi regolamento cittadino e appropriandosi (del tutto illegalmente, ma forse non illegittimamente) dello spazio in questione, trasformandolo in luogo comune. Attraverso indagini qualitative (osservazione partecipante, interviste e focus group, shadowing, active listening, camminata di quartiere, ecc.), il contributo ricostruisce un processo, in accordo con i dettami della non-representational theory, capace di mostrare come gli abitanti della zona PEEP abbiano posto l\u2019amministrazione comunale di fronte a un nuovo concetto di bene comune, e contemporaneamente abbiano messo in crisi l\u2019accezione unicamente positiva di commoning, evidenziando le sue potenziali criticit\ue0