La storia artistica di Simone Butti è singolare ed esemplare. Un percorso fatto di perseveranza e paziente affinamento dei propri mezzi, coronato infine dall’approdo a una piena realizzazione, in un linguaggio astrattista di equilibrata pacatezza e armonia, ma non privo di energia e tensione. Le soluzioni formali adottate dal Butti astrattista sono varie, e rinviano a riferimenti di volta in volta diversi: talora si nota una sorta di impulso a risalire ad alcune sorgenti (le meno ovvie) dell’idioma aniconico geometrico, e sembra di riconoscere le tracce del Kupka dei primi anni Dieci, dell’Orfismo di Robert Delaunay, del Sincromismo di Morgan Russell, del Picabia astratto pre-dadaista, del Vorticismo di Wyndam Lewis. Altrove le parentele r...