Dalla scuola storica al Formalismo

La passione per Dante, che accompagn\uf2 il grande comparatista russo A.N. Veselovskij fin dai suoi primi studi, viene a saldarsi precocemente con l'interesse per l\u2019et\ue0 che risulter\ue0 poi cruciale nella sua vicenda intellettuale, vale a dire la fase di transizione dal Medioevo alla modernit\ue0. Anche per questa ragione, l\u2019autore della Commedia appare un caposaldo della sua ricerca, e occupa un arco di tempo prolungato che va dal 1859, quando, poco pi\uf9 che ventenne, Veselovskij recens\uec il libro di Hartwig Floto, Dante Alighieri, sein Leben und sein Werke, fino al 1893 della voce Dante Alig\u2019eri redatta per il Dizionario enciclopedico Brockhaus-Efron. Tra questi estremi sono racchiusi vari contributi specifici che, nonostante il tempo trascorso, e nonostante aspetti inevitabilmente datati, ancora si distinguono per la modernit\ue0 evidente nel metodo, o meglio, nei metodi, se confrontati con la critica ottocentesca. In particolare, l\u2019ampiezza cronologica degli studi su Dante permette di osservare il divenire della poetica di Veselovskij, che si era formato alla scuola di F\uebdor I. Buslaev, l\u2019esponente principale in Russia della corrente mitografica, e giunge ai precorrimenti del Formalismo nei saggi fondamentali dedicati a "Dante e la poesia simbolica del cattolicesimo" (1866) e, soprattutto, "Sospesi, ignavi e irresoluti dell\u2019inferno dantesco" (1888)