Le ragioni dell'enhancement e la difesa del soggetto agente

Per affrontare l\u2019impresa teorica e pratica dell\u2019enhancement occorre comprendere la struttura trascendente e progettante dell\u2019umano. Ad un primo livello, infatti, gli interventi che mirano ad aumentare una capacit\ue0 o una performance dell\u2019uomo oltre la soglia terapeutica si inscrivono proprio nell\u2019orizzonte della progettualit\ue0 e nel dinamismo della tensione a superare le mete raggiunte. Questa descrizione, tuttavia, non \ue8 sufficiente n\ue9 per comprendere appieno la portata e la novit\ue0 dell\u2019enhancement stesso, n\ue9 per valutarne la con-venienza con l\u2019umano. In primo luogo occorre tenere presente la novit\ue0 propria della tecnologia: a differenza della tecnica, questa non \ue8 infatti catalogabile nella sola categoria dello strumento, ma struttura un quadro simbolico che reinterpreta l\u2019uomo stesso. Una concreta direzione di questa interpretazione \ue8 la lettura del soggetto in termini funzionalisti: in questo modo la tecnologia stessa si presenta come la via di realizzazione dell\u2019umano e richiede la perdita dei confini tra il corpo e lo strumento. Si assiste allora ud una interpretazione del corpo funzionale alla funzione, relegandolo alle periferie dell\u2019identit\ue0. Il secondo passaggio \ue8 allora quello di osservare se la trasformazione corporea indotta per aumentare una potenza sia leggibile in termini di una crescita di potere del soggetto. Il testo offre una breve lettura dell\u2019enhancement proprio dalla prospettiva del potere, mettendo in evidenza le condizioni interne ed esterne dell\u2019atto libero. Ci sono infatti direttive della condotta aumentativa che vanno rifiutate proprio in nome del potere soggettivo, quando l\u2019intervento aumentativo ne mina intrinsecamente le condizioni di possibilit\ue0 o sottomette in modo cogente il soggetto a forze eteronome