Simul stabunt, simul cadent? I rapporti indo-pakistani e l\u2019ombra del \u201cnuovo Afghanistan\u201d

La tensione pi\uf9 o meno strutturale con il Pakistan costituisce un tratto centrale della geopolitica indiana. Questa tensione, che data ai tempi della \u2018Partizione\u2019 dei domini britannici nel subcontinente, si \ue8 espressa in varie forme, dirette (ad es., le guerre del 1947, 1965, 1971 e 1999) e indirette (ad es., la war by proxy in corso nello Jammu & Kashmir dall\u2019epoca della sua accessione all\u2019Unione Indiana, ampiamente sostenuta e finanziata da Islamabad). Dopo il sussulti di crisi acuta degli anni Novanta \u2013 sussulti culminati nella c.d. \u2018guerra del Kargil\u2019 \u2013 questa tensione sempre essere passata sottotraccia. La centralit\ue0 assunta della regione nell\u2019immediato post-11 settembre e la lunga presenza occidentale in Afghanistan hanno contribuito a favorire questo processo. Esse non hanno, tuttavia, intaccato le cause profonde di una rivalit\ue0 che rischia di riaffiorare nei prossimi mesi, parallelamente al disimpegno delle forze ISAF. Dopo la caduta del governo talebano, l\u2019India si \ue8 mossa attivamente a Kabul, approfittando del (parziale) ridimensionamento cui \ue8 andata incontro la presenza del suo rivale storico. Di contro, il Pakistan non ha mai rinunciato a leggere il ruolo dell\u2019Afghanistan alla luce della tradizionale dottrina della \u2018profondit\ue0 strategica\u2019 e a considerarlo \u2013 sulla base anche delle omogeneit\ue0 etniche, culturali e religiose esistenti \u2013 parte del proprio \u2018retroterra nazionale\u2019. Gli eventi attesi per il 2014 (primo fra tutti, oltre al ridimensionamento della presenza interazionale, le elezioni presidenziali destinate a porre fine al pi\uf9 che decennale \u2018regno\u2019 di Hamid Karzai) si tradurranno, con ogni probabilit\ue0, in nuovo alimento per queste dinamiche, almeno nella misura in cui essi porteranno a una riattivazione delle logiche di potere \u2018tradizionali\u2019 del Paese e un consolidamento dei legami fra i membri dell\u2019establishment nazionale e i loro referenti transfrontalieri. La vicenda dei negoziati con le fazioni talebane e del loro \u2018reinserimento\u2019 nel circuito politico \ue8 un buon esempio da una parte, della frammentazione del quadro istituzionale afgano e delle correnti conflittuali che l\u2019attraversano sottotraccia, dall\u2019altra dell\u2019influenza posseduta dagli attori contermini che, sebbene incapaci di imporre soluzioni di loro gradimento, appaiono comunque dotati di un ampio potere di veto. In questa prospettiva, l\u2019ombra del \u2018nuovo Afghanistan\u2019 appare destinata a tornare ad aleggiare sul sistema dei rapporti indo-pakistani, con tutte le ripercussioni che essa pu\uf2 avere sulla delicata situazione in Kahsmir. Facendo leva sui problemi di legittimazione che affliggono (seppure per ragioni diverse) il governo di Islamabad come quello di New Delhi, essa rischia, inoltre, di assumere una particolare salienza, tornando a proporsi come una delle chiavi della stabilit\ue0 regionale