Un figlio cos\uec diverso da noi: essere genitori di un figlio adottato di diversa etnia

L\u2019adozione internazionale presuppone l\u2019incontro tra due culture: questo compito - ormai evidente dal momento che i bambini oggi vengono adottati ad un\u2019et\ue0 media di pi\uf9 di 5 anni, e quindi conservano ricordi di volti e di ambienti legati alla loro origine - \ue8 fondamentale anche nel caso venga adottato un bimbo molto piccolo. Maggiormente idoneo a comprendere questa sfida sembra essere il \u201cmodello interculturale\u201d, che permette la reciproca valorizzazione delle culture coinvolte, con un\u2019immagine almeno parzialmente positiva di ci\uf2 che c\u2019\ue8 stato prima dell\u2019adozione. Se infatti sentono che il figlio ha avuto e conserva dalla sua origine qualcosa di buono, i genitori adottivi lo riceveranno come un dono prezioso, e le figure che in precedenza si sono prese cura del bambino saranno viste in qualche modo come alleate: condizione indispensabile per qualche forma di scambio e di intreccio tra le due diverse radici. L\u2019adolescente adottato, infatti, per arrivare alla costruzione della propria identit\ue0 etnica, \ue8 chiamato ad integrare due diverse etnicit\ue0, confrontandosi con due elementi ascritti di grande peso: la propria condizione adottiva e la propria differente origine etnica. La posizione pi\uf9 complessa, ma anche quella che dalle ricerche sembra legata ai livelli pi\uf9 alti di benessere del figlio adottivo, se accompagnato e sostenuto in questo compito dai suoi genitori, \ue8 l\u2019identit\ue0 etnica duale o integrata, che deriva dalla capacit\ue0 dell\u2019adottato di valorizzare nel tempo entrambi i riferimenti etnici. E\u2019 da sottolineare, inoltre, che il valore che l\u2019adolescente adottato decide di dare alla propria etnicit\ue0 dipende in larga misura dal valore che i genitori adottivi e pi\uf9 in generale il contesto sociale vi attribuiscono