L'incredibile celerità di Gaston de Foix

Il testo interroga il modo in cui Machiavelli e Guicciardini presentano il percorso di Gaston de Foix, che lo portò da Milano a Bologna, Brescia, e Ravenna, tra fine dicembre 1511 e aprile 1512. Guicciardini scrive con la certezza dei cambiamenti intervenuti nel « modo del guerreggiare » e quindi con la volontà di storicizzare ciò che chiama la varietà [del] governo della guerra. Il modo in cui sia gli spagnoli che i francesi combattevano nel 1512 era adattato alla situazione ma ha anche dimostrato i suoi limiti, proprio in quella occasione. Nel periodo successivo, la vittoria nascerà, non dall'« incredibile celerità » di Gaston de Foix e dalla « vivezza » introdotta dai francesi, ma dalla « tardità » di Prospero Colonna, « lentissimo per natura nelle sue azioni e a cui tu dia meritamente il titolo di cuntatore » . È al legame tra qualità degli uomini e « qualità dei tempi », al « riscontro » di queste due qualità - legame e riscontro la cui importanza è stata messa in evidenza sia da Machiavelli che da Guicciardini – che ci riporta la « corsa » di Gaston de Foix e la sua « incredibile celerità »