Il contributo propone una discussione ravvicinata di tre figure coesive disseminate nell’opera poetica di Giorgio Orelli, dalla raccolta L’ora del tempo (1962) all’ultima silloge sorvegliata dall’autore Il collo dell’anitra (2001): le catene allitterative e la ripetizione diffusa entro le poesie di singoli nessi consonantici o sillabici, vera e propria firma fono-ritmica della poesia orelliana; la rima, esaminata nelle sue manifestazioni coesivo-strutturanti in punta di verso e discussa in relazione al panorama novecentesco e allo scarto rispetto alle sue funzioni tradizionali; l’anafora a distanza, analizzata con riguardo alla sua capacità di incidere sulla coesione e sull'architettura organizzativa dei testi poetici