La città è cambiata rispetto agli Sessanta e Settanta quando, il protagonista di questa storia, inizia la sua carriera di architetto, studioso, docente. È cambiato il modo di vivere la città, la comunicazione ha preso il sopravvento, siamo nell’era dell’evento, del conformismo mediatico, della democrazia partecipata, della standardizzazione dell’opinione, del creare senza creazione, dell’estetica dell’artificiale che si «dissimula negli effetti speciali della macchina di comunicazione», viviamo in una realtà falsificata dai molteplici supporti tecnologici, anestetizzati da un’estetica triste che ci seduce, ormai schiavi di un tecno-capitalismo con tendenze nichiliste in non ben definite smartcity. Le città hanno continuano a crescere e svi...