Trasformazioni sociali e produzioni ceramiche nel Regno di Granada tra l’epoca islamica e quella cristiana (Secc. XIII-XVII)

The great social transformations taking place in the southeast of the Iberian Peninsula, and specifically in Granada (Spain) between the XIII-XIV until the XVIIth centuries, had a clear material manifestation in the pottery report that circulating in the privileged environments occupied by oligarchy Nazari and later for the Castilian one. In this paper we propose to realize an analysis of these changes from the comparative study of two archaeological contexts. On the one hand, Moclín Castle, Nazari fortress of border, after the Castilian conquest passes into a late-feudal castle. On the other hand, the Palace of the Abencerrajes at the Alhambra, that after the conquest became a house for private use. We face two fields Nazari foundation and a strong Castilian reoccupation. They offered us a clear sequence of transition between the Nazari pottery and the purely Castilian productions, breaks and continuities can be observed.Gobierno del Principado de Asturias, Programa “Severo Ochoa” de ayudas predoctorales (FICYT).Le grandi trasformazioni sociali che hanno avuto luogo nel sud-est della Penisola Iberica, e in particolare a Granada (Spagna) tra i secoli XIII-XIV fino al XVII, ebbero una chiara manifestazione nei raperti ceramici che circolavano negli ambienti privilegiati occupati dall'oligarchia nazarí e, in seguito, quella castigliana. In questo contributo proponiamo un’analisi di questi cambiamenti a partire dallo studio comparativo di due contesti archeologici. Da una parte il Castello di Moclín, fortificazione nazarí di confine che dopo la conquista castigliana diventa un castello tardo-feudale. D'altra parte il Palazzo dei Abencerrajes, nel’Alhambra, che dopo la conquista si trasformò in una casa ad uso privato. Ci troviamo di fronte a due siti di fondazione nazarí e con una forte rioccupazione castigliana. Essi ci offrono una chiara sequenza di transizione tra la ceramica nazarí e quella propriamente castigliana, potendosi osservare sia elementi di rottura che di continuità