Nel sublime. Condizioni dell’immaginazione e del sentimento nel pensiero leopardiano

In a deep reflection recorded in his Zibaldone in 1829 – in five interconnected short notes written between mid-April and the end of May – Leopardi examines the conditions that can affect our faculty of imagining poetically and creatively, and even tragically extinguish it. He carefully considers the minute circumstances of human existence, which, in the context of his general theory of conformability, can either determine the sinking of the self into a state of death-in-life, far worse than death itself, or facilitate a vital life, rich in illusions, feelings, magnanimous actions, and poetry. Against the backdrop of this striking representation of the precariousness of existence, Leopardi develops an original reworking of the notion of sublime. This, in turn, appears to provide the conceptual foundations upon which his reflection on the tenuousness of imagination and feeling may be systematised as part of his thought.In un denso pensiero zibaldoniano del 1829, composto da cinque brevi appunti connessi l’un l’altro e scritti tra la metà d’aprile e la fine di maggio, Leopardi esamina le condizioni che possono influire sulla nostra facoltà di immaginare poeticamente e creativamente, regolandola e addirittura spegnendola. Spicca in questo pensiero l’attenta considerazione delle circostanze anche minute dell’esistenza, le quali agli occhi di Leopardi, entro la sua generale teoria della conformabilità degli esistenti, possono determinare lo sprofondare dell’io in uno stato di morte in vita, di gran lunga peggiore della morte stessa, oppure garantire una vita vitale, ricca di illusioni, sentimenti, azioni magnanime, poesia. Sullo sfondo di questa acuta rappresentazione della precarietà dell’esistenza si sviluppa la traccia, solo apparentemente esile, di un’originale rielaborazione della nozione di sublime, nella quale Leopardi sembra individuare il fondamento concettuale per una complessiva messa a sistema dell’intera riflessione