La «congiura di Bedmar» a Venezia nel 1618 : colpo di Stato o provocazione ?

Venezia ha costruito un suo mito di repubblica stabile e immune da lotte civili e congiure ; l'anti-mito, modellato da Bodin, Amelot de la Houssaye e, nel '600, dagli Spagnoli, nega la concordia e compattezza della classe dirigente veneziana e adduce come esempio le congiure di Baiamonte Tiepolo (1310) e Marin Falier (1355) : i «giacobini» poi invertono il segno di valore della congiura di Tiepolo, idealizzato come eroe e martire della libertà ante litteram. Nel 1618 Venezia asserisce di aver sventato una congiura, ordita da Bedmar, per consegnare la città alla Spagna ; una fulminea e spietata repressione svanta i piani criminosi, ma poi sull'asserito «golpe» cala una strana reticenza, mentre Spagnoli e osservatori stranieri negano reale consistenza alla congiura. Si accende una «querelle» storiografica che dura sino ad oggi ; le fonti inducono a pensare ad un colpo di mano di avventurieri amplificato dagli Inquisitori di Stato per allontanare Bedmar, colpire il partito filo-spagnolo dei «vecchi» e rafforzare l'apparato spionistico.Preto Paolo. La «congiura di Bedmar» a Venezia nel 1618 : colpo di Stato o provocazione ?. In: Complots et conjurations dans l’Europe moderne. Actes du colloque international organisé à Rome, 30 septembre-2 octobre 1993. Rome : École Française de Rome, 1996. pp. 289-315. (Publications de l'École française de Rome, 220