I cattolici antifascisti italiani tra emigrazione ed esilio in interiore

Benché relativamente limitata in termini quantitativi, l'emigrazione politica dei cattolici antifascisti tra le due guerre mondiali contò importanti figure del Partito Popolare Italiano, quali don Luigi Sturzo, Giuseppe Donati e Francesco Luigi Ferrari. Emigrati in diversi Stati (Sturzo a Londra, Donati a Parigi e Ferrari a Bruxelles), i tre esponenti del cattolicesimo democratico vissero l'esilio tra notevoli difficoltà, anche per le sempre presenti tendenze anticlericali nelle altre forze politiche italiane rifugiate all'estero. Sturzo, Donati e Ferrari cercarono anche di dare vita al Partito Popolare in esilio, ma senza successo, anche per la mancanza delle organizzazioni cattoliche di base che erano state una delle cause del successo elettorale popolare in Italia. Del pari senza successo furono i (v. retro) tentativi di costituire una internazionale bianca, per le divisioni e i contrasti nazionali che si riproducevano nei rapporti tra i diversi partiti di ispirazione cristiana. Scomparsi Donati e Ferrari all'inizio degli anni Trenta, Sturzo, disilluso dalla mancanza di valori morali e cristiani nell'emigrazione politica italiana di ogni colore, si rifugiò nello studio e assunse la ingrata funzione del «profeta disarmato». Nel novero degli esiliati, sia pure in una accezione particolare, vanno tuttavia compresi anche i numerosi aderenti al Partito popolare che preferirono abbandonare ogni impegno pubblico e ritirarsi in una sfera inte- riore ove fosse possibile preservare l'eredità ideale delle passate esperienze per un futuro migliore, fosse esso più ο meno prossimo.Canavero Alfredo. I cattolici antifascisti italiani tra emigrazione ed esilio in interiore. In: L'émigration politique en Europe aux XIXe et XXe siècles. Actes du colloque de Rome (3-5 mars 1988) Rome : École Française de Rome, 1991. pp. 345-370. (Publications de l'École française de Rome, 146