Preparare il Concilio : papa e Curia alla vigilia del Vaticano II

L'idea di un concilio era stata accantonata nel 1950 : difficoltà concrete e valutazioni sull'inopportunità avevano spinto in questo senso. Il Vaticano II poneva nuovi e gravi problemi per la sua preparazione. La Curia romana avrebbe avuto una sua precipua responsabilità. Giovanni XXIII, pur senza introdurre elementi particolarmente nuovi, aveva restaurato la funzionalità curiale tradizionale, dopo la stasi degli anni di Pio XII. Il nuovo papa era lontano dai disegni romanocentrici di mobilitazione propri di p. Lombardi, che avevano avuto in parte il consenso di Pio XII. Il Concilio andava preparato in maniera circostanziata. In questa prospettiva opera il card. Tardini nella fase antipreparatoria. Ma il materiale che la preparazione curiale offre al Concilio non precostituisce i binari in cui il lavoro del Vaticano II dovrà muoversi, prefigurandone gli orientamenti ? Giovanni vuole chiarire, alla vigilia della fase preparatoria, i diversi ambiti di competenza della Curia e del Concilio. Ma quale significato assume la qualifica « pastorale » data al Vaticano II ? Già nella Commissione preparatoria centrale (dove siedono importanti vescovi di tutto il mondo accanto ai responsabili curiali) si delineano dibattiti su tematiche di fondo del Concilio : il S. Uffizio ed il Segretariato per l'unione appaiono emblematicamente due poli opposti. Alla vigilia dell'apertura del Vaticano II, il quadro preparatorio è meno chiaro di quel che ci si aspettava (e il card. Montini teme l'assenza d'un disegno). Ma Giovanni apre il Concilio con un invito alla fiducia.Riccardi Andrea. Preparare il Concilio : papa e Curia alla vigilia del Vaticano II. In: Le deuxième Concile du Vatican (1959-1965) Actes du colloque organisé par l'École française de Rome en collaboration avec l'Université de Lille III, l'Istituto per le scienze religiose de Bologne et le Dipartimento di studi storici del Medioevo e dell'età contemporanea de l'Università di Roma-La Sapienza (Rome 28-30 mai 1986) Rome : École Française de Rome, 1989. pp. 181-205. (Publications de l'École française de Rome, 113