La feudalizzazione delle circoscrizioni pubbliche nel regno italico

Protagonista del processo di trasformazione delle forme d'esercizio del potere a livello locale in gran parte del regno italico è l'ambivalenza del potere all'interno dei distretti pubblici nei secoli X e XI. Esempi significativi dimostrano che conti e marchesi sono a un tempo ufficiali e dinasti e, in quanto dinasti, obbediscono ad una logica del tutto diversa da quella dell'ordinamento distrettuale carolingio. A realtà territoriali nuove si applicano, frequentemente, etichette circoscrizionali attinte alla tradizione : e non si tratta solo di inconsapevoli inerzie cancelleresche, ma di incisive operazioni di intellettuali che, ricorrendo a certi concetti giuridici, fanno sia gli interessi del regno - che vede implicitamente riconosciuto un ordine superiore - sia quelli dei poteri regionali, aiutati nella loro ricerca di legittimazione. La soluzione feudale omogenea che è alla base dei grandi principati territoriali tedeschi e francesi, è tuttavia ostacolata in Italia dai comuni : sono anzi i comuni che, richiamandosi a diritti di « comitatinanza », procedono a costruzioni territoriali più fedeli ai distretti tradizionali.Sergi Giuseppe. La feudalizzazione delle circoscrizioni pubbliche nel regno italico. In: Structures féodales et féodalisme dans l'Occident méditerranéen (Xe-XIIIe siècles). Bilan et perspectives de recherches. Actes du Colloque de Rome (10-13 octobre 1978) Rome : École Française de Rome, 1980. pp. 251-261. (Publications de l'École française de Rome, 44