I carteggi quali strumenti d'indagine per la storia delle biblioteche

I carteggi rappresentano una tra le fonti più preziose per la storia delle biblioteche e concorrono a inquadrare la biblioteca ‘in movimento’ ossia in ideazione, formazione e sistematizzazione. I nuclei documentari epistolari, infatti, oltre a venire studiati in una dimensione bidirezionale del mittente e del destinatario, possono essere utilizzati anche come laboratorio di analisi di più ampi contesti culturali e come strumenti per studi di tipo comparativo e interdisciplinare. Essi permettono, così, di contestualizzare molteplici questioni di tipo storico, sociale e culturale come: l’esistenza di cerchie culturali e la loro attività, come nel caso delle molteplici accademie sorte in Italia tra Seicento e Settecento; le dinamiche di apprendimento e/o scambio informativo relativamente alle novità scientifiche e letterarie; i canali e le prassi di acquisizione specificatamente libraria; la scoperta, la crescita e l’incontro culturale sviluppatisi a seguito di esperienze di viaggio. Sebbene, dunque, tale materiale non sia esente da criticità, il seguente contributo mira a illustrare le potenzialità e la ricchezza derivata dall’applicazione di queste fonti documentarie allo studio delle discipline bibliotecarie, anche in virtù di future prospettive di digitalizzazione.The correspondence represents one of the most precious sources for the History of libraries and contribute to framing the library ‘in motion’, that is in ideation, training and systematization. The epistolary documentary cores, in fact, in addition to being studied in a two-way dimension of the subject and the recipient, can also be used as a laboratory for analysis of wider cultural contexts and as tools for comparative and interdisciplinary studies. They allow, thus, to contextualize many questions of a historical, social and cultural nature such as: the existence of cultural circles and their activity, as in the case of the many Academies that arose in Italy between the seventeenth and eighteenth centuries; the dynamics of learning and/or information exchange in relation to scientific and literary novelties; the channels and practices of book-specific acquisition; the discovery, growth and cultural encounter developed as a result of travel experiences. Although, therefore, this material is not exempt from criticism, the following contribution aims to illustrate the potential and richness derived from the application of these documentary sources to the study of library disciplines, also due to future prospects of digitization