Romanzo sanguigno, corporale e ricco di quell'allucinata visionarietà che aveva spinto qualche critico a fare il nome di Faulkner, Una vampata di rossore si caratterizza per la sua spietatezza e la sua forza bruciante: è il primo romanzo di Domenico Rea, pubblicato nel 1959 per Mondadori. Per oltre un trentennio, fino all'uscita di Ninfa plebea (Premio Strega 1993), sarà anche l'unico: nonostante l’ambientazione sia la medesima, ossia la semi-immaginaria Nofi, Una vampata di rossore è caratterizzato da una accentuata frammentazione, che - secondo Carlo Salinari - lo rende un falso romanzo, in cui l'unità apparente, creata dalla malattia di Rita, è "estrinseca", mentre i racconti sui figli "sono falsi". Il saggio si propone di ripercorrere i...