Larga parte dell’università italiana è già consapevole che – sotto le spoglie di decisioni apparentemente tecniche – i criteri della distribuzione delle risorse e delle possibilità di reclutamento vanno nella direzione di approfondire piuttosto che colmare differenze e divari radicati nei contesti sociali, economici, territoriali e infrastrutturali, e ad incentivare – incorporandole e inquadrandole nelle cornici allettanti e giustificatorie della «concorrenza» e del «merito» – le tensioni, le controversie e le lotte di potere che nel campo scientifico si dipanano fra tribù accademiche e colleges invisibili e visibili e geograficamente ubicati. Quello che abbiamo inteso fare qui è corredare di dati ciò che tutti noi sappiamo – e che abitualm...