¿Por qué Quédate? Frontiering through development in Guatemala

Across the global south, regimes of labour and mobility control are reforming that attempt to manage the northern movement of people. By combining financing development projects with explicit forms of border enforcement (including border personnel training and new securitization technologies), western governments and southern elites attempt to encourage publics (invariably poorer people of colour) to stay in local regions, rather than seek better livelihoods elsewhere. By reference to the USAID funded Centros Quédate or Stay Here Centres in Guatemala, this paper explores the merging of development and migration governance regimes through the concept of “frontiering through development.” The paper argues that initiatives such as these fail to consider the root causes of colonialism and imperialism that have long led people to migrate in the first place. Moreover, migration is cast as something problematic under discourses of populist economic nationalist sentiment, rather than beneficial to migrants, country-of-origin and destination regions. However, rather than passive recipients of patronising development, I show how participants rework the Quédate programme to fit their own onward goals. Paternalist development paradigms should take into account how crucial and embedded mobile livelihoods are in present-day realities.In tutto il Sud globale sono in corso riforme dei regimi di controllo del lavoro e della mobilità che tentano di gestire il movimento delle persone nel Nord del mondo. Coniugando il finanziamento di progetti di sviluppo con forme esplicite di rafforzamento delle frontiere (tra cui la formazione del personale di frontiera e le nuove tecnologie di sicurezza), i governi occidentali e le élite del Sud tentano di incoraggiare i cittadini (invariabilmente le persone di colore più povere) a rimanere nelle regioni locali, piuttosto che cercare altrove migliori mezzi di sussistenza. Facendo riferimento ai Centros Quédate (o Stay Here Centres), finanziati dall’USAID in Guatemala, questo articolo esplora il connubio tra i regimi di governance dello sviluppo e della migrazione attraverso il concetto di “frontiera attraverso lo sviluppo”. Il contributo sostiene che iniziative come queste non tengono conto delle cause profonde del colonialismo e dell’imperialismo che da tempo spingono le persone a migrare. Inoltre, la migrazione viene presentata come qualcosa di problematico nell’ambito di discorsi populisti e nazionalisti, piuttosto che come un beneficio per i migranti, il Paese d’origine e le regioni di destinazione. Tuttavia, piuttosto che destinatari passivi di uno sviluppo paternalistico, mostro come i partecipanti rielaborino il programma Quédate per adattarlo ai propri obiettivi. I paradigmi di sviluppo paternalisti dovrebbero tenere conto di quanto siano cruciali e radicati i mezzi di sussistenza mobili nelle realtà odierne