Un architetto italiano a New York

Nell’ambito dei seminari del dottorato in progettazione architettonica e urbana, l’articolo riguarda le particolari condizioni di contesto in cui un architetto, formatosi nelle scuole di architettura italiane, si trova a svolgere la propria interpretazione progettuale. L’uniformità del disegno morfologico e la rarefazione della stratigrafia storica della città americana comporta una sostanziale necessità di revisione e ricalibratura delle metodologie analitiche e di riferimenti tipiche della cultura architettonica italiana. Nel caso applicativo per la riqualificazione di un’area dismessa nel Queens, caso a cui ha lavorato un gruppo di dottorandi del Politecnico di Milano, si sono sperimentate modalità di interpretazione dei luoghi e dei processi di formazione degli assetti in parte desunti dall’approccio morfologico-tipologico e in parte fondate sul metodo percettivo più vicino alla cultura americana. Il testo propone una riflessione sulle variazioni e sugli esiti tematici della esperienza progettuale basata su tali presupposti