Studio delle potenzialità di sviluppo del settore diportistico dal Molosiglio a Castel dell'Ovo in Napoli

Dalla “descrizione” delle caratteristiche fisiche dell’area costiera tra Castel dell’Ovo e Molosiglio, emerge una sorta di “vocazione” di quest’area a ricoprire il ruolo di sistema centrale diportistico della costa napoletana. La naturale configurazione morfologica della “rada” di Santa Lucia, - protetta da un lato dal promontorio tufaceo di Castel dell’Ovo e dall’altro dal lungo braccio del Molo San Vincenzo - e la particolare relazione tra lo specchio d’acqua ed il quartiere ottocentesco alle sue spalle sembra suggerire la creazione di un “terzo” porto che si ponga come completamento del sistema diportistico attualmente esistente nell’area e come elemento “strategico” di una trasformazione che può coinvolgere l’area di Santa Lucia consentendole di conquistare una proiezione verso la costa cui oggi il quartiere ottocentesco sembra dare le spalle. La disposizione in sequenza dei differenti bacini – Borgo Marinari, nuovo porto di Santa Lucia, Molosiglio e poi Darsena Acton e Beverello – realizza una continuità di percorso tanto alla quota “urbana” quanto a quella marina e consente di riunificare in un “sistema” unitario pezzi della città e della costa attualmente isolati e privi di ruolo, e al tempo stesso di trovare relazioni precise tra le diverse “parti” che compongono l’area e gli specchi d’acqua “di loro pertinenza”. A partire da queste considerazioni che riassumono le “ragioni della città” la localizzazione del nuovo bacino non può non tener conto della presenza dei due porticcioli esistenti, elementi consolidati della costa per caratteristiche fisiche e storiche; le condizioni di ristrettezza, l’assenza di servizi a terra e la scarsa sicurezza in cui operano le due infrastrutture suggeriscono a loro volta di pensare al nuovo bacino come ad una “addizione” che consente anche la razionalizzazione degli specchi d’acqua esistenti