Aspetti nutrizionali e prevalenza della sindrome metabolica nei pazienti con colite ulcerosa

La colite ulcerosa (CU) è una malattia infiammatoria cronica intestinale in cui si alternano periodi di attività della malattia a periodi di remissione. La sintomatologia intestinale legata alla flogosi conduce spesso a modifiche dello stile di vita alimentare che frequentemente si protraggono anche in fase di remissione con conseguente rischio di malnutrizione. Lo scopo del nostro studio è valutare nei pazienti affetti da CU la presenza di possibili deficit nutrizionali e la prevalenza della sindrome metabolica (SM), entità clinica sempre più frequente e legata anche ad uno scorretto stile di vita alimentare. Sono stati arruolati 43 pazienti consecutivi (M/F=25/18, età mediana 44 anni) affetti da CU. Sono stati inclusi solo i pazienti in fase di remissione o lieve attività di malattia, in accordo con l’Ulcerative Colitis Disease Activity Index (UCDAI). Tutti i pazienti erano in trattamento con mesalazina. La diagnosi di SM è stata effettuata in accordo con l’ATP III (Adult Treatment Panel III) del 2001, modificato secondo l’ADA 2003. Sono stati valutati vari parametri laboratoristici e antropometrici. E’ stato somministrato a tutti i pazienti un diario alimentare per la registrazione di ogni singolo alimento, quattro giorni su sette. La stima del fabbisogno calorico giornaliero è stata effettuata in base all’attività fisica e al peso corporeo ideale, secondo Broca. L’introito giornaliero dei singoli nutrienti è stato rapportato ai Livelli di Assunzione Giornalieri Raccomandati di Nutrienti (L.A.R.N.) per la popolazione italiana, revisione del 1996. E’ stato usato il programma Winfood Light per la valutazione nutrizionale. 12 pazienti (27.9%) assumevano dieta normocalorica, 17 (39.5%) ipocalorica, 14 (32.6%) ipercalorica. La SM è risultata presente in 13 pazienti (30.2%), età mediana 52 anni. L’apporto di fibre è risultato al di sotto di 30 g/die, mediamente 15.9 g/die. Il rapporto proteine animali/vegetali è risultato al di sopra di quello consigliato, mediamente 2.5. Gli acidi grassi polinsaturi sono risultati al di sotto del valore soglia (4.7%). L’assunzione di vitamina A, calcio e zinco è risultata mediamente più bassa, con una correlazione statisticamente significativa all’analisi multivariata tra SM e bassi livelli di assunzione di zinco