Dopo una rapida premessa storico-teorica sulla figura dell’ossimoro e sulla sua tradizione nell’ambito più generale dei procedimenti retorici imperniati sul paradosso, il saggio passa in rassegna alcuni degli ossimori presenti nei Canti di Leopardi, mostrando come essi derivino spesso da stilemi petrarcheschi, a testimonianza della persistente autorità di quel modello, e nel contempo ne trasformino, sottilmente ma profondamente, l’impianto semantico riversandovi la sostanza dirompente di una diversa, moderna visione del mondo. L’ossimoro leopardiano, insomma, trova la sua genesi più autentica e la sua fisionomia irripetibile in un sistema di idee che ha l’ambizione di ridisegnare l’immagine della realtà e che dunque, sovvertendo le opinioni...