Le vie dei romani Identità dei luoghi: gli elementi ordinatori del mediterraneo

La modifica della struttura economica ha determinato un progressivo ridimensionamento delle attività strettamente produttive a favore di quelle terziarie. Il processo di “deindustrializzazione” ha comportato la disponibilità di una notevole quantità di siti dismessi da riqualificare e soprattutto da rifunzionalizzare. La ricerca analizza il fenomeno nell’ambito dei Comuni Vesuviani ed in particolare il caso della riconversione dell’ex Aticarta nel Comune di Pompei. Nel 2005 la società Aticarta spa attiva la procedura di mobilità per la chiusura dello stabilimento di Pompei, da quel momento in poi si mettono in moto una serie di meccanismi che da un lato tendono ad attuare un processo in grado di rioccupare i lavoratori posti in mobilità e dall’altro tendono ad individuare una strategia di trasformazione del paesaggio industriale compatibile con le caratteristiche del luogo. Il sito industriale oggetto di studio ricade in un’area vincolata dal PTP dei Comuni Vesuviani, delimitata dal Canale Bottaro e dal Fiume Sarno e quindi nella fascia di rispetto tutelata per legge. Data la rilevanza paesaggistica del luogo qualsiasi ipotesi di trasformazione dovrà essere sottoposta ad un processo di valutazione della compatibilità paesaggistica. La ricerca si pone come obiettivo quello di individuare, attraverso un caso studio, un percorso metodologico per una corretta analisi paesaggistica che tenda ad individuare gli elementi fondamentali che costituiscono la base di riferimento per la verifica della compatibilità paesaggistica di un intervento. Lo studio da un lato affronta la problematica della trasformazione del paesaggio industriale rispetto all’identità dei luoghi in un territorio sottoposto a tutela paesaggistica, che è quello dei Comuni Vesuviani, e dall’altro tende ad individuare le principali basi scientifiche su cui le analisi e le valutazioni dovranno essere effettuate. Il contributo si inserisce in un ambito multidisciplinare in cui ciascuno per le proprie competenze deve tendere a ridurre al minimo la soggettività dal processo di valutazione