Transizioni socio-economiche ed evoluzione urbana: teorie e trasformazioni della città contemporanea. I casi di Lisbona e La Spezia

Lo sviluppo economico e sociale negli anni ha determinato significativi mutamenti del paesaggio delle città. L’evoluzione dell’industria e la progressiva centralità dei centri manifatturieri ha portato durante l’epoca tardo moderna e contemporanea alla necessità di sviluppare nuovi spazi urbani e all’allargamento di intere città. Tali pratiche hanno determinato nel tempo soluzioni differenti, finalizzate all’attrazione di capitale finanziario, umano e immateriale. Il punto di arrivo di tali dinamiche è il superamento del modello della città fordista e, a cavallo della Quarta Rivoluzione Industriale, l’affermazione della smart city. Tale modello risulta in grado di costituire un approdo ottimale per una nuova classe lavoratrice, legata al mondo dell’innovazione produttiva e delle industrie creative. L’attrattività urbana si dimostra direttamente proporzionale a determinate pratiche di policy making, caratterizzate dall’inclusività verso numerosi stakeholders, il cui risultato passa per una sostanziale riorganizzazione degli spazi urbani. Tali dinamiche tuttavia determinano anche alcune criticità, dalla crescente gentrificazione all’inflazione abitativa, con l’effetto di spingere i residenti verso aree marginali caratterizzate da una distribuzione iniqua o inconsistente dei vantaggi della smart city. L’esperienza di Lisbona rappresenta un esempio di rinascita produttiva in virtù dell’attrazione di un ampio capitale immateriale, elemento determinante per una riqualificazione produttiva e di numerosi quartieri del centro, i quali tuttavia risultano caratterizzati anche da una forte diffusione delle criticità precedentemente descritte. La Spezia invece costituisce un ambito di analisi privilegiato per osservare l’impatto di azioni di policy making finalizzati al mutamento degli spazi urbani, con l’obiettivo di attrarre innovazione produttiva e di attuare un rilancio dell’immagine della città. The economic and social development throughout the years determined a continuous reshaping of urban spaces. The evolution of industry and the incoming flows of workers brought the necessity to rationalise entire sectors of the modern cities. These planning policies led to different solutions, in relation to different geographical frames; each one of them aimed at the attraction of financial and human capital. As a consequence, the widespread of high skilled workers and investments in innovation within the city’s boundaries help overcome the fordist urban model. The new succeeding paradigm at the turn of the Fourth Industrial Revolution is the Smart City, the ideal destination for a new, highly specialised and up-to-date, working class, whose attraction is determined by an inclusive policy making, whose effect is the reorganisation of urban spaces. Yet, a wide range of criticisms emerge from this model: two above all, an emerging gentrification and the boosting housing prices, whose effect is to push the local population towards outer areas, characterised by an unequal - or non existing - distribution of smart city’s benefits and facilities. Lisbon represents a perfect example of how a western capital could host both the advantages of the economic and urban rebirth, due to an increasing attraction of human capital and innovation, and the widespread of the criticisms previously mentioned. La Spezia’s case study is aimed at investigating the policy making practices that have led to a substantial reshaping of urban areas, whose purpose is to attract innovation and rebrand the city itself