Esperti e risoluzione anticipata delle controversie civili nei nuovi art. 696 e 696 bis c.p.c.,

L\u2019articolo esamina la complessiva operazione compiuta dal legislatore della riforma processualcivilistica del 2005 in tema di accertamento e consulenza tecnica preventiva; prendendo spunto dal rilievo sia delle profonde implicazioni ideologiche sottese alle nuove funzioni attribuite agli esperti nel contesto della risoluzione delle controversie civili, sia della rilevanza pratica, potenzialmente anche molto estesa, che l\u2019utilizzazione degli strumenti cos\uec introdotti o riformati potrebbero giocare, in un\u2019ottica essenzialmente deflattiva del complessivo carico giudiziario. Sotto il primo profilo si evidenzia come alla base dell\u2019attribuzione all\u2019esperto del compito di \u201caccertare le cause e quantificare i danni\u201d (realizzata mediante la modifica dell\u2019art. 696 c.p.c.) nonch\ue9 di \u201ctentare la composizione della lite\u201d (cos\uec secondo il nuovo art. 696 bis c.p.c.) sembri rinvenirsi la medesima philosophy alla base dello sprint riformistico caratterizzante -quantomeno con riferimento alla disciplina del processo civile- i primi anni del XXI secolo. Ossia di un generale trend -di cui risultano espressione sia le proposte di riforma generale del processo civile contenute nella c.d. \u201cbozza Vaccarella\u201d, sia l\u2019introduzione del c.d. \u201cprocesso societario\u201d- che \ue8 stato da pi\uf9 parti definito come di progressiva \u201cprivatizzazione delle giustizia civile\u201d; un obiettivo da realizzarsi principalmente mediante il progressivo affievolimento dei compiti e delle prerogative giudiziale in favore dell\u2019attribuzione a \u201csoggetti esperti\u201d (tecnici o avvocati) del compito di trattare, istruire e a volte anche risolvere stragiudizialmente le controversie civili. Sotto il secondo profilo si rileva, invece, un\u2019ulteriore tendenza che appare altrettanto diffusa nella pratica del processo: ossia quella di anticipare il momento di acquisizione delle conoscenze esperte, essenzialmente sulla scorta della considerazione della loro incidenza sulla formazione del convincimento del giudice e, in definitiva, sull\u2019esito della controversia. Di modo che le parti, una volta conosciuti gli esiti dell\u2019indagine peritale, siano indotti a considerare in qualche misura \u201cscontati\u201d gli esiti della futura controversia; con ci\uf2 agevolando sensibilmente la ricerca e il raggiungimento di soluzioni transattive in grado di raggiungere gli auspicati obiettivi di deflazione del contenzioso civile. Perplessit\ue0 sorgono, invece, in relazione ai requisiti di ammissibilit\ue0 del ricorso all\u2019istituto della consulenza tecnica preventiva ai fini della composizione della lite: e ci\uf2 in quanto, a fronte dello sganciamento dell\u2019istituto dai requisiti cautelari della prova, non si rinvengono dal legislatore indicazioni precise in ordine agli ulteriori requisiti per il ricorso a tale istituto. Circostanza che pare destinata a sollevare non pochi problemi pratici anche in ordine alle relative modalit\ue0 di utilizzazione del nuovo strumento disciplinato dall\u2019art. 696 bis c.p.c. Con ci\uf2 ingenerando incertezza che, verosimilmente, potrebbero in qualche misura scoraggiare il ricorso a tale procediment