Il saggio propone una riflessione sulla tecnica prospettica e pittorica adottata da Giovan Battista Gaulli nel Trionfo del nome di Gesù eseguito dal pittore genovese a Roma nel 1672 e oggi visibile nella navata della chiesa del Gesù, artificio barocco capace di coinvolgere l’osservatore in uno spettacolo orchestrato in un continuo sconfinamento dei soggetti dipinti all’interno dello spazio abitato, e di generare un’inedita dinamica di colloquio e sovrapposizione tra le superfici plastiche del manufatto architettonico, la volumetria tangibile della statuaria e il compromesso bidimensionale della pittura. In questo dipinto il tema dell’incontro col divino, dell’infinito che prospetticamente si trasforma in oggetto secolare, dell’assunz...