Temporary Architecture

La vita culturale è di solito un catalizzatore di aggregazione sociale e di testimonianza comune in un ambiente formale o semi-formale. È per questo che si parla di centri culturali:\ud attraggono energia e la concentrano, diventando allo stesso tempo anche centri per il controllo della produzione e della diffusione, ed espressioni dei valori di una città e della sua società. Una sempre maggiore attenzione viene posta sul valore sociale e fisico del “centro culturale”; allo stesso tempo, però, in modo contraddittorio, il modo di progettare questi spazi è sempre più standardizzato. Cosa possiamo imparare dalla street life delle città di tutto il mondo che possiamo assimilare a centri culturali spontanei? Quali sono le forme future degli spazi dedicati all’arte visiva o performativa? Architetture reversibili, allestimenti e installazioni come espressione dei nuovi usi metropolitani: centri di produzione culturale propulsori di iniziative che trasformano l’identità di luoghi come aree verdi o residuali con eventi di natura artistica, performativa, per attività connesse allo spettacolo; eventi organizzati di volta in volta in luoghi diversi e con la ricercatezza delle cose che cambiano, fanno conoscere e ri-conoscere la città e gli spazi urbani, modificandone la percezione e l’immaginario. Queste esperienze, a fronte dei sempre più frequenti adeguamenti funzionali e architettonici degli edifici più significativi delle grandi metropoli, esprimono il sempre più ambiguo confine tra temporaneo e permanente nelle dinamiche della trasformazione dello spazio pubblico. Nella contemporaneità, il temporaneo genera così una modificazione concreta della città esistente, più di qualsiasi strumento di previsione urbana, rigenerando l’esperienza dei centri urbani e delle aree archeologiche, vittime del congelamento quale effetto della conservazione