La Campagna romana nel XVI secolo. Attività economiche e insediamenti nel suburbio

Il saggio offre una descrizione del suburbio di Roma, uno spazio presso le mura aureliane scarsamente abitato ma non completamente abbandonato. Fin dai primi anni del XVI secolo, una delle forme di utilizzo dell’area del ‘suburbio’ fu quello, anche se non il prevalente, della caccia. La prima carta descrittiva della campagna prossima alla cinta muraria, la carta del “Paese di Roma”, elaborata e pubblicata nel 1547 da Eufrosino della Volpaia, fu seguita dalla descrizione di alcuni percorsi di caccia di Domenico Boccamazza del 1548, nella quale i punti di riferimento per la direzione delle strade da percorrere erano i casali, i ponti, i corsi d’acqua. Tali fonti illustrano l’assetto del territorio intorno a Roma prossimo alle mura della città, e permettono, con buona approssimazione, di ricostruirne le direttrici delle principali vie di comunicazione e le infrastrutture e gli insediamenti presenti. I percorsi stradali che, nel 1548, partono dalle porte urbiche si distendono fra pantani, sterpari, prati, campi coltivati e aree libere destinate al pascolo e si muovono tra fontanili, osterie, casali, torri, piccole cappelle e chiese di campagna, superano alcuni fossi in presenza o no di ponti, e costeggiano alcune selve e i ruderi di strutture di ville, ponti e acquedotti antichi