«Psicosi individuale e psicosi di massa in Blasted di Sarah Kane»

In Blasted Sarah Kane opera una vera e propria messa in scena degli aspetti più ripugnanti di un’umanità perversa, degradata allo stadio ferino, e comunica, attraverso parole, azioni, immagini e visioni, i tormenti emotivi e psicologici della vita vissuta nell’assenza dell’amore, trascinata in una funesta e psichicamente straziante consapevolezza dell’orrore e della morte. La storia che nessuno vuole sentire viene invece urlata da Sarah Kane, letteralmente sbattuta in faccia agli spettatori attraverso soluzioni drammaturgiche e linguistiche estreme, capaci di ridestare un pubblico assuefatto alle sequenze di crimini disgustosi trasmesse quotidianamente dai mass media, affetto da una sorta di apatia emotiva che reprime qualsiasi reazione in un meccanismo percettivo ormai prossimo all’automatizzazione. L’obiettivo di questo studio è la messa a fuoco di alcuni paradigmi strutturali di comunicazione visiva ed emotiva individuabili in Blasted, l’opera prima che tanto scandalizzò il pubblico e la critica